trekking nei colli bolognesi, percorsi fra i calanchi e gessi bolognesi
Gessi bolognesi

Una Pasquetta “a chilometro zero” 

A volte le avventure più sorprendenti si trovano proprio dietro casa. E così, in occasione del lunedì di Pasquetta, abbiamo deciso di restare nei dintorni di Bologna, scegliendo un percorso che, pur non essendo tra i più battuti da noi, si è rivelato sorprendentemente affascinante. Lontani dalla confusione delle mete turistiche più gettonate, ci siamo immersi nei sentieri della Val di Zena, tra i Gessi Bolognesi e i calanchi dell’Abbadessa. Un’escursione ad anello che ci ha regalato panorami incredibili, silenzi rigeneranti e un’esperienza autentica di trekking nel cuore dell’Appennino bolognese. 

Dove si trova la Val di Zena 

La Val di Zena è una valle verde e tranquilla che si estende tra Bologna e la provincia di San Lazzaro di Savena. Appartenente al Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, è un angolo naturale ancora poco conosciuto rispetto ad altre aree più turistiche dell’Emilia-Romagna. Qui si trovano paesaggi che cambiano volto ad ogni stagione: boschi fitti, calanchi scoscesi, e i famosi gessi che brillano alla luce del sole. Perfetta per chi cerca un’escursione lontano dal caos, ma facilmente raggiungibile dalla città. 

Il punto di partenza: Via Zena 86, dopo il Farneto 

Il nostro itinerario ha avuto inizio in un punto molto specifico: Via Zena 86, poco dopo la località del Farneto. Questo tratto è facilmente accessibile in auto da Bologna e seguendo la strada provinciale che conduce a Zena. La zona è tranquilla, spesso frequentata da ciclisti e camminatori, ma mai affollata. 

Il sentiero 817: la Strada delle Sette Traverse 

Il sentiero 817, conosciuto anche come Strada delle Sette Traverse, si sviluppa in un susseguirsi di saliscendi, attraversando boschi di quercia, tratti ombrosi e scorci aperti sui calanchi. È un sentiero adatto a chi ha un minimo di allenamento, poiché l’altimetria inizia subito a farsi sentire. Tuttavia, la bellezza dei paesaggi che si aprono ad ogni curva ripaga ogni sforzo. Il fondo è vario: terra battuta, ghiaia, e in alcuni tratti roccioso. 

La bellezza nascosta dei primi tratti 

I primi chilometri di cammino si snodano in un’atmosfera quasi magica: il verde fitto dei boschi, il cinguettio degli uccelli, e la sensazione di essere immersi in una natura ancora intatta. Nonostante la vicinanza alla città, si percepisce un senso di isolamento e di pace raro da trovare altrove. La Strada delle Sette Traverse sembra portarci in un’altra dimensione, lontana dal traffico e dalla frenesia quotidiana. Una vera boccata d’ossigeno. 

La deviazione sul sentiero 831 verso i calanchi 

Dopo un buon tratto sul 817, prendiamo una deviazione sulla destra per imboccare il sentiero 831. Qui inizia una salita più decisa che ci porterà in alto, tra crinali aperti e punti panoramici spettacolari. Salendo, si cominciano a intravedere le formazioni gessose tipiche del parco e, con un po’ di fortuna, si può scorgere anche qualche rapace in volo. Il panorama sui calanchi e sui gessi è davvero mozzafiato, soprattutto con la luce primaverile che disegna ombre e contrasti incredibili sul terreno. 

La zona dei Fantini e i calanchi dell’Abbadessa 

La zona dei Fantini è una delle più suggestive del parco: qui i calanchi si fanno protagonisti, con le loro forme ondulate e quasi lunari. È un paesaggio che racconta milioni di anni di storia geologica, un museo a cielo aperto dove la natura mostra tutta la sua forza e creatività. I calanchi dell’Abbadessa sono famosi per la loro unicità, e attraversarli a piedi è un’esperienza che resta nel cuore. Qui ci fermiamo per una breve pausa, godendoci il panorama prima di svalicare verso la prossima valle. 

Discesa verso la Valle dell’Idice 

La discesa ci conduce dolcemente fino alla Valle dell’Idice, dove incontriamo la pista ciclabile che costeggia l’omonimo fiume. Percorriamo questo tratto per circa 3 km, su un sentiero pianeggiante che offre una camminata più rilassante. La vegetazione qui cambia, si fa più rigogliosa, e il suono dell’acqua che scorre accompagna i nostri passi. È un momento perfetto per rallentare il ritmo, ascoltare la natura e godersi il paesaggio fluviale. Questa sezione è molto amata anche dai ciclisti, per la sua tranquillità e bellezza. Lungo il fiume Idice si possono osservare numerose specie di uccelli, anfibi e insetti. Gli argini ospitano una ricca biodiversità e offrono rifugio a molte specie selvatiche.  

Ritorno in Val di Zena attraverso il sentiero 817 

Ci rimettiamo in marcia affrontando nuovamente il sentiero 817, questa volta in salita.  Il ritorno in Val di Zena non è impegnativo ma ha qualche tratto dove il dislivello si fa sentire sulle gambe. La vegetazione torna fitta, le rocce affiorano e il terreno diventa più tecnico, ma mai pericoloso. In lontananza si cominciano a intravedere le colline familiari della Zena. 

Dati tecnici dell’escursione 

Questo giro ad anello misura 14,8 km con un dislivello positivo di circa 1.000 metri. Il tempo medio di percorrenza, comprese le pause, è di circa 5 ore per un escursionista mediamente allenato. Il percorso alterna tratti semplici ad altri più impegnativi, rendendolo perfetto per chi cerca un’escursione di mezza giornata che non sia banale. 

Perché questo giro merita 

Ciò che rende speciale questo itinerario è il suo perfetto equilibrio tra natura selvaggia, paesaggi aperti, silenzi assoluti e la sensazione di essere lontani anni luce dalla città, pur restando a pochi chilometri da Bologna. È un’escursione completa: si cammina in bosco, si ammirano i calanchi, si costeggia un fiume e si conquista una cima. Un microcosmo naturale che racchiude il meglio dell’Appennino bolognese in una sola giornata. 

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